Il mondo ama il vino italiano

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Il 2015 è stato l’anno dei record per il vino italiano, soprattutto sotto il profilo delle esportazioni, che hanno raggiunto quota 5,4 miliardi di euro. I principali estimatori delle produzioni “made in Italy” sono gli Stati Uniti, ma crescono anche nuovi mercati, come quello cinese.

Il boom delle esportazioni

Ormai è un dato di fatto: la pasta non è più la sola ad assolvere il ruolo di ambasciatrice del gusto italiano nel mondo. A farle compagnia c’è il vino, il cui volume di esportazioni continua a crescere e sembra non conoscere crisi. Nel 2015 il fatturato dell’export vinicolo è arrivato a valere 5,4 miliardi di euro, con un balzo in avanti del 5%. L’Italia, quindi, consolida il suo primato e si conferma primo esportatore di vino, con una quota di mercato del 20%.

I principali estimatori del vino made in Italy sono gli statunitensi, con 1,3 miliardi di euro spesi per l’acquisto delle ambite bottiglie tricolori (+13%). Gli USA hanno superato in classifica i tedeschi, stabili poco sotto il miliardo di euro, e il Regno Unito (700 milioni, +11%). All’orizzonte, però, si affacciano nuovi promettenti mercati come, ad esempio, quello cinese, che nel 2015 ha acquistato vino italiano per un totale di 80 milioni; poco in valore assoluto ma tanto se si guarda al tasso di crescita rispetto al 2014: +18%.

Vince la qualità

A far brindare i produttori, però, non sono solo i volumi delle vendite ma anche gli orientamenti e i gusti della clientela. Cifre alla mano, infatti, a trainare il successo del vino italiano nel mondo è la qualità. Il 66% delle bottiglie commercializzate, infatti, riguardano etichette DOC, DOCG e IGT.

Infine, una menzione d’onore per il vero campione del mercato: lo Spumante. Il celebre competitor dello Champagne, da solo, rappresenta circa 1 miliardo di euro di fatturato e la sua popolarità non accenna a diminuire.

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