Nella secondo metà dell’Ottocento, la fillossera, parassita proveniente dal Nord America, devastò la viticoltura europea. Molte varietà autoctone rischiarono di scomparire, per salvarle bisognò innestarle su vite americana. Il Cacchione, però, si dimostrò più resistente e non ebbe bisogno di contaminazioni per sopravvivere. Oggi Cantina Bacco è custode di quella tenace tradizione, racchiusa in vitigni detti “a piede franco”.
Il Cacchione: tradizione tenace
Che il Cacchione sia un vino tenace e selvaggio lo dimostra la sua storia, fatta di orgoglio ed ostinata resistenza. Una forza che, nella seconda metà dell’Ottocento, gli ha permesso di resistere alla terribile invasione della fillossera (Phylloxera Vastatrix). Il parassita, nel giro di poche stagioni, devastò i vigneti europei, costringendo l’intero settore vinicolo ad una profonda ristrutturazione; il Cacchione, però, rimase illeso.
Il minuscolo ma letale insetto arrivò nel vecchio continente a metà del XIX secolo, al seguito di alcune varietà viticole americane che Francia e Regno Unito decisero di importare. In Europa la fillossera era sconosciuta e quando cominciò ad aggredire le prime radici i coltivatori non riuscirono ad improntare una reazione tempestiva; questo permise al parassita di espandersi rapidamente dal sud della Francia a tutta l’Europa.
Per mettere un freno all’avanzata fu scelta la via della contaminazione: le varietà viticole a rischio estinzione furono innestate sulla vite americana che, abituata alla convivenza con la fillossera nel suo continente di origine, aveva sviluppato i giusti “anticorpi”.
Cantina Bacco custode del piede franco
Il Cacchione, però, riuscì a salvarsi da solo, senza dover cedere all’innesto e smarrire le origini. A proteggerlo fu il terreno sabbioso in cui tuttora affondano le sue radici. Questo tipo di terra, infatti, rallenta, fino a neutralizzarla, l’azione della fillossera. Ulteriori aiuti, poi, arrivarono dal clima e dal perfetto adattamento al luogo sviluppato, negli anni, dalle coltivazioni.
I vigneti di Cacchione che hanno evitato l’ibridazione con la vite americana e che hanno mantenuto intatte le loro radici sono detti “a piede franco”. A Nettuno, i produttori di Cantina Bacco sono custodi di quella tenace tradizione, che permette di gustare ancora oggi lo stesso vino decantato dagli antichi romani. Un vino selvaggio, legato ai sapori della propria terra, che ha sconfitto la filossera e resistito alla contaminazione d’oltre oceano.