L’8 marzo non è solo la Festa della donna ma anche l’occasione per porre l’attenzione su alcune problematiche che riguardano l’universo femminile. Tra queste c’è la differenza salariale media a livello europeo tra uomini e donne, come riportato in un articolo del sito Europarl.europa.eu, il portale del Presidente e del Parlamento Europeo. Nei paesi dell’Unione Europea, infatti, le donne guadagnano circa il 14% in meno all’ora rispetto ai colleghi uomini. Per questo motivo, in occasione dell’8 marzo, Cantina Bacco, da sempre a favore dell’EqualPayday, applicherà uno sconto del 14% sull’acquisto di una bottiglia tra due Vallovolsco della selezione.
L’iniziativa di Bacco
Nei giorni lunedì 7 e martedì 8 marzo coloro che si recheranno presso lo store di Cantina Bacco riceveranno una mimosa e potranno acquistare una bottiglia di Vallovolsco, bianco o rosso, con lo sconto speciale del 14%. La promozione vuole porre l’accento sull’importanza della parità salariale e contribuire ad abbattere le differenze che ancora resistono all’interno dei Paesi UE.
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Il divario retributivo di genere
Le donne guadagnano meno degli uomini nei paesi dell’UE, in media il 14% in meno all’ora (si calcola la differenza tra i compensi orari lordi, basandosi sugli stipendi versati ai dipendenti, di aziende con più di 10 assunti, prima delle detrazioni fiscali e dei contributi previdenziali). Si tratta di un divario retribuito di genere che ancora permane nonostante tanti passi in avanti: con il Trattato di Roma del 1957 infatti venne istituito il principio di parità di retribuzione per lavori di pari valore.
Non tutti i paesi della UE però hanno lo stesso divario retributivo, i dati del 2019 mostrano infatti questa situazione: Estonia 21,7%, Lettonia 21,2%, Austria 19,9%, Germania 19,2%, Repubblica Ceca 18,9%, Slovacchia 18,4%, Ungheria 18,2%, Polonia 8,5%, Slovenia 7,9%, Belgio 5,8%, Italia 4,7%, Romania 3,3% e Lussemburgo 1,3%.
Da queste percentuali bisogna, però, calcolare anche che il divario può essere più o meno accentuato da differenze occupazionali (orari part time, ad esempio, scelto dal 30% delle donne e solo dall’8% degli uomini), livello di istruzione, esperienze lavorative, minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, minor numero di professioni accessibili.
La condizione lavorativa femminile
C’è da considerare anche che spesso le donne svolgono ore di lavoro non retribuito, occupandosi della casa e dei bambini (motivo per cui spesso interrompono anche la carriera). In questo caso il divario di genere in rapporto alle ore di lavoro non retribuito va da 6/8 ore a settimana nel nord Europa a un massimo di 15 ore in altri paesi come Italia, Croazia, Slovenia, Austria, Malta, Grecia e Cipro (dati del 2015).
Le donne in generale occupano poche posizioni dirigenziali (meno del 10% dei manager sono donne e in media guadagnano circa un 23% in meno degli uomini), sono impiegate spesso in settori con salari più bassi come quello assistenziale, delle vendite o dell’istruzione. Poche le donne presenti in settori come scienza, tecnologia e ingegneria (l’80% della forza lavoro è maschile).
Il divario tende a crescere con l’età e gli anni di servizio, per cui le donne sono anche a rischio povertà ed esclusione sociale. I dati del 2019 mostrano, infatti, anche un divario pensionistico di circa il 29% nell’UE. Una parità nella retribuzione contribuirebbe a una crescita economica dei paesi, proprio perché le donne potrebbero spendere di più e fare meno affidamento sui sistemi previdenziali. Nel gennaio 2021 il Parlamento Europeo si è mosso per creare un piano d’azione per promuovere la parità salariale nei prossimi cinque anni.
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