I consumatori di vino aumentano soprattutto tra la popolazione adulta, diminuiscono le quantità bevute in un giorno ma di fatto si prediligono prodotti di maggiore qualità e si scelgono con più consapevolezza, prestando attenzione ai vini del territorio e alla loro storia. È questo che emerge da uno studio effettuato dall’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini che ha elaborato i dati raccolti dall’Istat nel 2021 sul consumo degli alcolici in Italia. E l’identikit del moderno consumatore di vino sposa appieno l’approccio con cui opera Cantina Bacco, ovvero un consumo consapevole del vino, prodotti locali (del territorio di Nettuno) e di qualità come il vino bianco avvolgente e fresco Pantastico Nettuno Doc Cacchione, il vino rosso dal gusto strutturato Petit Verdot Igt Lazio e il vino consistente e dal profumo intenso Vallovosco Bianco Igt Lazio, ma anche il vino spumante secco e fruttato Amoenus Brut Cacchione Igt Lazio.
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La ricerca dell’Unione italiana vini (Uiv)
I consumatori di vino nel Belpaese sono 30 milioni, circa il 55% della popolazione adulta di cui il 66% sono uomini e il 44% donne. Negli ultimi dieci anni i consumatori in generale sono saliti del 2,3%, le donne fanno registrare un +9%. A crescere nel consumo del vino sono le fasce di età più mature: +11,4% dai 55 ai 64 anni e +19,3% sopra i 65 anni. Quello che è cambiato è lo status culturale legato al vino. In Italia, infatti, le persone che conoscono i vini, le loro caratteristiche e qualità sono riconosciute come persone preparate e curiose, attratte sì dal prodotto ma anche dalla storia e dal territorio da cui proviene. In Italia il vino genera un fatturato di 14,5 miliardi di euro l’anno, con un export che da solo vale oltre 7 miliardi (+12,4% la crescita nel solo 2021). Bastano questi dati a spiegare l’importanza della produzione del vino nel nostro Paese, con Umbria (62%), Marche (60%), Veneto, Emilia Romagna e Valle d’Aosta (tutte a 59%) che vantano in percentuale i maggiori consumatori.
Le bollicine spingono i prodotti italiani all’estero
Le richieste di vino sono aumentate dopo la pandemia, soprattutto da parte dell’estero, considerando che nel 2021 si è registrato un +26% (7 bottiglie su 10) e a spingere sono proprio le bollicine. La crescita degli spumanti made in Italy nei primi mesi del 2022 è aumentata ancora toccando quota +35,6%, mentre i vini segnano un aumento che sfiora il 15%. E si prevede un vendita di oltre 1,1 miliardi di bottiglie nel 2022, dato che nel 2023 potrebbe sfiorare 1,25 miliardi. Nel primo trimestre del 2022, inoltre, l’export dei vini italiani è salito del 18,3% pari a 1,7 miliardi di euro, con il Prosecco a farla da padrone. Le maggiori richieste arrivano da Regno Unito, Polonia, Canada, ma anche da Germania, Giappone e Norvegia.
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