Il vino fa cantare, citazioni enoiche nella canzone italiana

Il vino fa cantare citazioni enoiche nella canzone italiana

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Quanto vino c’è nella musica italiana? Molto. D’altra parte il nettare di Bacco è da sempre fonte di ispirazione per autori e cantanti, perché associato ai sentimenti più veementi: la passione, l’amore, la rabbia. E anche perché simbolo di una società rurale, contadina, povera, tipica della tradizione del nostro paese.

Cantare di vino

Il vino come protesta, come grido di ribellione contro l’emarginazione. Il vino come occasione di socializzazione, strumento che riunisce famiglie e amici intorno ad un tavolo. Il vino come piacere, come passione. Il vino è tutto questo e anche qualcosa in più, nelle note e nei testi di alcune celebri canzoni italiane; ritorna spesso, a volte con dediche espresse, a volte appena citato.

In cima alla lista merita di esserci “Il vino”, testo scritto da Piero Ciampi, uno dei maggiori autori italiani. La canzone è un omaggio espresso al nettare di Bacco, in un gioco di colori con il rosso e il bianco. Ligabue, invece, in uno dei suoi pezzi storici, ha deciso di omaggiare il Lambrusco, accostandolo ai pop corn (Lambrusco e pop corn) e rendendolo icona di una ribellione low cost maturata nella periferia emiliana. Titolo a tema che per la Bandabardò, che con la canzone “20 bottiglie di vino” quantifica il necessario per dare una sterzata alla propria vita.

Rabbia e passione

Spesso il vino viene accostato al tema dell’emarginazione sociale. Accade ne “La città vecchia” di De Andrè, o nella più recente “Bar della rabbia” di Mannarino. Sbronzarsi con bottiglie da poco prezzo,al tavolino di un vecchio bar, è lo squallido passatempo delle classi sociali più povere o il grido di rivolta di chi si sente sempre schiacciato dal mondo. Una rabbia diversa, invece, è quella che Guccini accosta al vino nella celebre canzone Avvelenata, protesta di un artista intrappolato in un mondo falso.

Il vino, però, è anche passione ed amore. Bacco e la sua bevanda, inseriti in un paesaggio bucolico, costruiscono l’ambientazione in cui si muove Zucchero nella sua “Bacco perbacco”. Per “Il suonatore Jones” di De Andrè, invece, bere è una fonte irrinunciabile di piacere e di ispirazione.

Tutti intorno ad una bottiglia

Altro accostamento musicale molto diffuso è  quello tra vino e socialità. Nella  tradizione contadina la vendemmia era uno dei momenti più importanti dell’anno, che riuniva intere comunità e rendeva speciale il lavoro. L’odore delle botti nuove che si spandeva nell’aria distribuiva felicità, come nella poesia “San Martino” di Carducci, messa in note da Fiorello. Intorno ad una bottiglia è più facile parlare e confrontarsi, come canta Renato Zero in “Figaro”, perché in fondo il vino è anche emblema di “Felicità”, per dirla con Albano e Romina.

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